Corilicoltura d’inverno: il punto sulla fioritura.

A differenza degli altri fruttiferi il nocciolo continua il proprio sviluppo anche durante l’inverno. Infatti è proprio nei mesi invernali che si realizza la fioritura, una delle fasi più critiche di tutto il ciclo produttivo. Senza una buona fioritura non ci sarà un buon raccolto e così in questo tempo l’attenzione è concentrata sulla presenza dei fiori femminili e sulla quantità del polline prodotto dagli impollinatori.
Dal canto loro i corilicoltori sono impegnati nei lavori di stagione come la potatura e i nuovi piantamenti. Nella tradizione la potatura del nocciolo è stata adottata occasionalmente solo per eliminare il secco e rinnovare vecchi impianti poco produttivi, a differenza invece degli altri fruttiferi sui quali è eseguita annualmente per mantenere costante e elevata la produzione. Aumentano invece i riscontri pratici dell’utilità di eseguire annualmente questa pratica per garantire un’adeguata produzione.
Sui nuovi piantamenti grava, oltre alle incognite dei mercati, anche la scarsità dei raccolti degli ultimi anni, che scoraggia i corilicoltori sempre meno stimolati ad investire su questa coltura a differenza di come avveniva anni addietro.
Per tratteggiare a livello nazionale un quadro su questi aspetti invernali della corilicoltura, abbiamo intervistato alcuni tecnici che seguono il nocciolo nelle regioni dove la coltura si concentra maggiormente.
PIEMONTE – Gianluca Griseri
Consigliere Agrion con delega al nocciolo e responsabile tecnico di Nocciolo Service
Come si è presentata la fioritura quest’anno?
Finalmente la presenza di fiori femminili sulla varietà Tonda Gentile Trilobata, ma soprattutto sulla Biglini, è molto buona. Abbondante anche la produzione di polline con una discreta contemporaneità di fioritura maschile e femminile.
Ricordo che la varietà Tonda Gentile Trilobata ha un fabbisogno in ore di freddo di circa 600-800 ore ovvero necessita di questo quantitativo di ore al di sotto dei +7° C per poter fiorire correttamente e nel corso dei mesi precedenti, da ottobre, le ore accumulate sono state sufficienti al raggiungimento di questo quantitativo, pertanto la fioritura è avvenuta in condizioni ottimali sotto questo punto di vista.

Fioritura della cv Biglini

Fioritura maschile e femminile
Il clima è un fattore determinante per la delicata fase dell’impollinazione. Si sono verificate condizioni avverse che in qualche modo possano averla ostacolata?
L’impollinazione in generale, ma in particolare quella del nocciolo, è una fase molto delicata. Molti sono i fattori che la possono compromettere: le temperature, le precipitazioni, l’eccesso di umidità e l’assenza di vento. Nelle ultime settimane ci sono state poche precipitazioni e giornate di sereno con presenza di vento: questo ci fa ben sperare.
Si rileva una maggiore attenzione, soprattutto nella progettazione di nuovi impianti, al ruolo degli impollinatori?
Bisogna pensare alla coltivazione del nocciolo in maniera diversa, a partire proprio dalla progettazione dei nuovi impianti. Il nocciolo è una pianta autosterile, ciò significa che il polline maschile non può fecondare i fiori femminili di piante della stessa varietà. Nel noccioleto abbiamo quindi bisogno della presenza di varietà impollinanti. Anche a causa di tutti gli effetti derivanti dal cambiamento climatico, la presenza di “selvatici” molto probabilmente non è più sufficiente, questo ancor di più nelle nuove zone di coltivazione del nocciolo. Nella progettazione dei nuovi impianti è fondamentale prevedere 2-3 varietà impollinanti, sistemate dalla parte dove soffia il vento d’inverno. Ricordiamoci che il nocciolo è una pianta anemofila, ovvero l’impollinazione avviene grazie al vento.
Agrion è la Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese della Regione Piemonte. I tecnici della Fondazione hanno portato avanti nell’ambito del progetto denominato “Nocciola qualità” lavori, monitoraggi e test che hanno permesso loro di individuare le migliori cultivar impollinatrici della Tonda Gentile Trilobata. A questo si aggiunge l’attività che Agrion sta portando avanti per definire il corretto posizionamento degli impollinatori all’interno del noccioleto. Insomma un nuovo modo di progettare un corileto prestando particolare attenzione all’impollinazione e di conseguenza alla futura produzione.
L’inverno è anche stagione di potature. Cresce nei corilicoltori la consapevolezza della validità della potatura annuale anche per il nocciolo?
Il nocciolo, come qualsiasi pianta da frutto, ha bisogno di potature. Produce su rami che si sono sviluppati l’anno precedente, rami di 1 anno. Non possiamo pensare di ridurre la potatura del nocciolo ad una pratica occasionale dove provvediamo ad eleminare il secco delle annate precedenti. Bisogna ripensare completamente alla potatura che deve essere vista come elemento fondamentale per fare produzione. Una potatura deve essere professionale, programmata e costante, eseguita con attrezzature adeguate e innovative.
Siamo reduci da alcune annate particolarmente difficili per la corilicoltura. Gli agricoltori continuano ancora a credere alle nocciole realizzando nuovi impianti e sostituendo quelli vecchi giunti a fine carriera?
Arriviamo da un’annata disastrosa sia dal punto di vista quantitativo, sia qualitativo della produzione. Molti impianti di nocciolo, soprattutto nell’Alta Langa, sono ormai vecchi, in parte improduttivi.
Non c’è più l’euforia di 4-5 anni fa, ma sono comunque molti i nuovi impianti che abbiamo realizzato fino alla fine del 2024 e molti, se il tempo lo permetterà ancora, quelli da effettuare da qui fino a fine marzo. Prima della pausa natalizia, come Agrion, abbiamo avuto un incontro con l’Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Paolo Bongioanni, dove, oltre a parlare di progetti di ricerca e sperimentazione legati al nocciolo, si è parlato della possibilità di organizzare un programma di ristrutturazione dei noccioleti come è stato fatto in passato per i vigneti.
Abbiamo bisogno che questa annata sia “normale”, occorre tornare a produrre nocciole in quantità e di qualità per garantire all’agricoltore un giusto reddito. Il produttore di nocciole deve poter ritrovare fiducia in una coltivazione che da sempre ha caratterizzato il nostro territorio.
Anche se è ancora presto, i presupposti sono buoni, speriamo continui così.
LAZIO – Giacomo Santinelli e Benedetto Valentini
Ufficio agronomico Assofrutti
Come si è presentata la fioritura quest’anno?
In generale, la fioritura è stata abbastanza buona, sebbene si siano riscontrate alcune differenze tra gli impianti in funzione degli areali colturali. I noccioleti di recente realizzazione hanno probabilmente risposto meglio agli stress termici estivi, evidenziando una uniforme differenziazione a fiore, in particolare per le cultivar Tonda Gentile Romana e Nocchione, rappresentative del comprensorio corilicolo del Lazio.